Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Quest’oggi sono quasi 30 le opere recuperate da MiBACT, con Vigili del Fuoco e Carabinieri, e l’assistenza dei restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, in provincia di Macerata. Dalle terre del sisma, a settimane di distanza, prima che le temperature scendano definitivamente in picchiata, si continuano a raccogliere pezzi di un’Italia sbriciolata, fatta di tele e telette, tempietti lignei, crocifissi, come in questo caso: dalla chiesa dei Santi Gregorio e Valentiniano a Caldarola anche una preziosa pala di Gian Andrea De Magistris, capostipite di una fortunata dinastia di pittori attivi a Caldarola e nelle Marche dal XVI al XVII secolo; due grandi teleri alla maniera veneta, dipinti con il martirio di Sant’Orsola e il Martirio di Sant’Agata, opere di un artista locale influenzato dalla pittura romana del Seicento.
Sembra poca roba, rispetto alla grandiosità di piazze, palazzi, ville e chi più ne ha più ne metta, ma anche questi esempi contribuiscono al patrimonio di un Paese – o almeno di un pezzo – che forse non sarà del tutto perduto. Le opere sono state trasportate e ricoverate nel deposito della Mole Vanvitelliana di Ancona per gli opportuni controlli e gli interventi necessari alla loro conservazione. E ancora una volta, nel tornare su questi fatti, è che alla Mole Vanvitelliana – in questo caso – non vengano abbandonate.